CleanCities fa tappa a Bologna: la partecipazione cittadina per la neutralità climatica

18 FEB 2023

​​Ha fatto tappa il 18 febbraio a Bologna la campagna CleanCities, coalizione di ONG europee di cui Legambiente fa parte, per promuovere la neutralità climatica e la mobilità sostenibile entro il 2030, con un appuntamento dedicato agli obiettivi di neutralità nelle città italiane e al coinvolgimento dei cittadini nel processo di transizione verso un sistema socio-economico a zero emissioni nette di carbonio. 

Proprio Bologna, infatti, è tra le 100 città Climate Neutral all'interno della Missione 2030 dell'Unione Europea (9 le città italiane selezionate, con Parma al fianco di Bologna per quanto riguarda lo scenario regionale). Si tratta di un obiettivo ambizioso, che però deve fare i conti con una situazione di partenza non rosea: secondo i nuovi parametri in via di approvazione in Unione Europea, la città di Bologna dovrebbe diminuire da qui al 2030 il 20% delle emissioni di PM10, il 35% delle PM2.5 e il 12% degli ossidi d'azoto (NO2). 

Il quadro mostrato dall'analisi di CleanCities relativo al capoluogo di regione mostra una mobilità cittadina che, seppur con una buona offerta di servizi se confrontata a livello italiano, è ancora troppo legata all'uso dell'auto privata, con un tasso di motorizzazione di 52 automobili ogni 100 abitanti. Inoltre, per quanto riguarda il TPL, ancora troppo basso il tasso di veicoli elettrici – il 27% dell'intero parco mezzi cittadino – soprattutto considerando il ruolo chiave della decarbonizzazione dei trasporti per la Missione europea 2030. 

La missione delle città climate neutral, dunque, è l'argomento al centro dell'incontro bolognese della campagna Clean Cities ed è stato oggetto dell'intervento di Simone Nuglio (Legambiente). Claudio Magliulo – Head of Italy Campaign Clean Cities –ha approfondito gli aspetti legati a mobilità e trasporti all'interno delle città, soffermandosi sul ruolo fondamentale del PUMS come strumento per la decarbonizzazione di questo settore. 

A dare una panoramica sullo stato di avanzamento delle città climate neutral italiane è stata Anna Lisa Boni, in qualità di membro della commissione esecutiva della Missione per le Città Neutrali e Smart Cities dell'Unione Europea.  Sono state portate le esperienze dei territori di Padova e Parma, rispettivamente da parte di Andrea Ragona, assessore all'ambiente di Padova, e Daniele Friggeri, consigliere provinciale di Parma con delega alla partecipazione

Infine, la democrazia deliberativa come strumento per la transizione ecologica è stato l'oggetto dell'intervento di Rodolfo Lewanski, già docente di Democrazia Partecipativa e Analisi delle Politiche Pubbliche all'Università di Bologna. 

Durante l'incontro è stato presentato anche il progetto MOB della Fondazione Unipolis in partnership con Legambiente, introdotto nella mattinata da Elisa Paluan, project manager. L'iniziativa ha come obiettivo l'engagement dei giovani tra i 16 e i 21 anni, che si sfideranno in un grande torneo nazionale dove vincerà chi si muoverà in modo sostenibile e saranno poi impegnati nella definizione di interventi per rendere la mobilità della propria città più sostenibile ed efficiente. 

Il Climate City Contract per la città di Bologna
In questa fase, il primo passaggio della Missione europea per le città Climate Neutral è la stesura del City Climate Contract, strumento di governance innovativa per il coinvolgimento di portatori di interessi del territorio per convergere verso la neutralità climatica al 2030.  

Per quanto riguarda il contesto bolognese, è importante riuscire a garantire il coinvolgimento dei cittadini e della società civile nella co-progettazione dei City Climate Contract, coinvolgimento che è mancato fino a questo momento. La Città di Bologna ha infatti già avviato il percorso con aziende del territorio (tra cui le partecipate del Comune HERA, TPER e Aeroporto di Bologna), ma non è ancora chiaro in che modo si garantirà la partecipazione della cittadinanza all'interno di questo quadro. Da tenere in considerazione, a questo proposito, il percorso che sta portando alla costituzione delle assemblee cittadine, inserite nello statuto del Comune dopo le pressioni dei gruppi ambientalisti bolognesi. 

Per quanto riguarda gli obiettivi proposti per la decarbonizzazione al 2030, le linee di azione contengono sia progetti già in atto e certamente da sostenere, come il progetto delle nuove linee tramviarie, sia proposte che, per quanto richieste a gran voce dalle associazioni ambientaliste da anni, sono ancora fortemente in ritardo o addirittura bloccate, come nel caso del SFM. Ben venga quindi il City Climate Contract, se consentirà di far ripartire e concludere questi progetti fondamentali per la città. 

Da monitorare, invece, è la presenza di progetti dedicati all'idrogeno. Come sottolineato anche recentemente nel corso del percorso partecipativo per la stesura del nuovo Piano Aria Regionale, l'idrogeno è un vettore energetico che conviene, in termini di bilancio energetico ed economico, solo se va a sostituire i combustibili fossili in settori che difficilmente possono sfruttare l'energia elettrica: questo è il caso di alcuni settori produttivi ad alta domanda di energia. Viceversa, l'idrogeno è uno strumento inefficiente, perché consuma tanta energia semplicemente nel processo necessario per produrlo. Occorre quindi eliminare le previsioni di utilizzo dell'idrogeno in tutti i settori, come quello dei trasporti, dove l'elettrificazione totale è realizzabile e necessaria. 

“Resta fondamentale capire come i progetti proposti all'interno del City Climate Contract potranno consentire di raggiungere la neutralità climatica entro il 2030, pur considerando la realizzazione del Passante di nuova generazione e dell'incremento dei voli sull'Aeroporto G. Marconi" – commenta Paola Fagioli, direttore di Legambiente Emilia-Romagna – “Ci auspichiamo che si apra una nuova stagione di confronto tra la società civile cittadina e l'amministrazione." 


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