Rapporto territori ASviS: l’Italia deve accelerare sullo sviluppo sostenibile

09/12/2021

​L'ASviS analizza la sostenibilità di regioni, province, città metropolitane e comuni, e avanza un Decalogo di proposte. Segnali negativi su povertà, lavoro, energia, biodiversità. Bene su giustizia, coltivazioni biologiche, salute. 

Il 2 dicembre è stata presentata la seconda edizione del Rapporto dell'Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS)I territori e gli Obiettivi di sviluppo sostenibile", strumento unico che, attraverso indicatori statistici elementari e compositi, raccoglie e analizza il posizionamento di regioni, province, città metropolitane, aree urbane e comuni rispetto ai 17 SDGs dell'Onu.

Attraverso questa pubblicazione, l'ASviS integra e completa l'analisi iniziata con il Rapporto annuale presentato a settembre. Le valutazioni confermano il forte ritardo, aggravato dalla crisi pandemica, verso l'attuazione dell'Agenda 2030 ed evidenziano come in molti casi le disuguaglianze economiche, sociali e ambientali siano in aumento nel nostro Paese.

 “A meno di 10 anni dalla scadenza del piano d'azione Onu sottoscritto nel 2015 da 193 Paesi, inclusa l'Italia, siamo ancora lontani da quella sostenibilità sociale, economica e ambientale di cui si avverte un urgente bisogno", ha dichiarato il presidente dell'ASviS e di Fondazione Unipolis Pierluigi Stefanini. “Con lo studio presentato oggi vogliamo fornire un ulteriore strumento di riflessione per far comprendere quanto i nostri territori siano centrali per la costruzione di un futuro migliore. Il Rapporto sui territori dell'ASviS fornisce diverse proposte per mettere il Paese su un sentiero di sviluppo sostenibile ed evidenzia le tante buone pratiche che, se diffuse su scala nazionale, ci consegnerebbero un'Italia più sostenibile".

“Viviamo in una realtà fortemente diseguale", ha poi commentato la presidente dell'ASviS Marcella Mallen, “La pandemia ha aggravato le disuguaglianze di reddito, ha colpito con maggiore forza le persone meno protette, come donne e anziani, e tolto speranza ai nostri giovani. È su questi temi che le istituzioni devono convergere. Grazie anche all'aiuto dei fondi del Pnrr - Piano nazionale di ripresa e resilienza -, abbiamo una possibilità più unica che rara di ridurre le tante disparità che da troppo tempo attraversano il Paese. Il Rapporto presentato dall'ASviS è uno strumento prezioso per i territori, oltre infatti a misurare le criticità è in grado di fornire informazioni utili per allocare meglio i fondi a disposizione e per attivare processi partecipativi dei cittadini".

Con riferimento alla situazione a livello regionale e delle Province autonome, emerge che:

  • oltre l'80% delle Regioni e delle Province autonome ha già raggiunto o mostra un trend positivo per quanto riguarda le coltivazioni biologiche;
  • oltre il 60% ha centrato o mostra andamenti favorevoli per la riduzione dei tempi della giustizia;
  • più del 50% registra trend promettenti per la diminuzione della mortalità (per maggiori cause) e dell'abbandono scolastico.

Si registrano, viceversa, andamenti negativi in:

  • circa il 50% delle Regioni e delle Provincie autonome per la riduzione degli incidenti stradali e della disuguaglianza del reddito disponibile;
  • il 60% dei territori, che non raggiungerà i Target relativi alle energie rinnovabili, all'incremento del tasso di occupazione, all'aumento della spesa per ricerca e sviluppo e alla riduzione dei rifiuti prodotti;
  • più dell'80% dei territori, che registra un allontanamento o un andamento negativo per quanto riguarda l'efficienza delle reti idriche, la riduzione della quota di Neet (giovani che non studiano e non lavorano) e delle emissioni di gas serra;
  • oltre il 95% dei territori, che presenta un andamento negativo per l'efficienza energetica, mentre nessuna Regione o Provincia autonoma segna trend positivi per le aree marine protette e la riduzione del consumo di suolo.

Il Rapporto si occupa inoltre di analizzare le mappe delle 93 Province e 14 Città metropolitane (107 territori in totale) relative a 12 dei 17 Goal dell'Agenda 2030 (per i quali sono disponibili informazioni sufficienti al calcolo degli indicatori sintetici). Da questa seconda analisi emerge che, nelle Province:

  • le disuguaglianze territoriali sono diminuite per la salute, la parità di genere, l'acqua e i servizi igienico sanitari, le città e le comunità sostenibili e la produzione e il consumo responsabili;
  • le disparità sono in aumento per l'istruzione, il lavoro e la crescita economica, l'innovazione e le infrastrutture, le disuguaglianze, gli ecosistemi terrestri, la giustizia e le istituzioni solide.

Per quanto riguarda le Città metropolitane, invece, sulla base di 16 target quantitativi, risulta che:

  • solo per tre target – quota di laureati tra i 30 e i 34 anni, consumi finali lordi di energia, sovraffollamento negli istituti di pena – si registra una situazione positiva;
  • per nove target il Rapporto registra trend negativi: feriti per incidenti stradali, efficienza delle reti di distribuzione dell'acqua potabile, produzione di energia da fonti rinnovabili, tasso di occupazione tra i 20 e i 64 anni, quota di Neet tra i 15 e i 29 anni, posti-km per abitante offerti dal trasporto pubblico, numero di giorni di superamento dei limiti di PM10 (particolato atmosferico), quota di rifiuti urbani prodotti pro-capite, aumento del consumo di suolo annuo.
  • per un Target (gap occupazionale di genere) si rileva una situazione contrastante, con la maggioranza delle Città metropolitane in cui la valutazione di breve periodo non coincide con quella di lungo periodo, mentre per gli ultimi tre target non è stato possibile valutare l'andamento nel tempo, a causa della limitata disponibilità dei dati in serie storica.

Infine, il documento dedica una sezione a un Decalogo di proposte per migliorare il ruolo che i territori possono giocare a livello nazionale. Tra queste, le più urgenti sono: la creazione di un sistema multilivello di Strategie e Agende per lo sviluppo sostenibile, strutturato sugli strumenti di programmazione degli enti; l'elaborazione di una Strategia territoriale nazionale (Snt) e di una legge-delega per la rigenerazione urbana, il consumo di suolo e i principi fondamentali per il governo del territorio; il Coordinamento di tutti i programmi di rigenerazione urbana ed elaborazione dell'Agenda urbana nazionale da parte del Comitato interministeriale per le politiche urbane (Cipu); e, per i trasporti, l'acquisto esclusivo di mezzi elettrici per le aree urbane e a idrogeno verde o biometano per le tratte interurbane. Infine, dati gli evidenti effetti dei cambiamenti climatici e dei fenomeni naturali che si stanno riversando a livello locale, l'ASviS individua una serie di azioni volte al miglioramento delle attività di resilienza e adattamento dei territori nazionali.