In dieci anni, 6.000 giovani under 14 sono deceduti sulle strade dell’UE

27/09/2022

​L'European Transport Safety Council, di cui la Fondazione Unipolis è membro italiano, sta invocando nuove azioni e obiettivi specifici per proteggere i giovani sulla strada, dopo che il suo ultimo rapporto ha riportato come tra il 2011 e il 2020 più di 6.000 giovani fino a 14 anni di età siano deceduti in incidenti stradali nell'Unione Europea.

Tra le circa 40 raccomandazioni ai governi nazionali e all'UE, l'ETSC richiede percorsi ciclabili e pedonali sicuri verso le scuole. In base al nuovo studio, solo sette paesi in Europa hanno riferito di aver stabilito limiti di velocità obbligatori inferiori attorno agli istituti scolastici. Secondo l'ETSC, le strade limitrofe alle strutture per l'infanzia e nelle aree urbane con molti ciclisti e pedoni dovrebbero avere un limite di velocità di 30 km/h e un traffico ridotto; su queste strade, detto limite predefinito dovrebbe persistere anche quando i criteri di progettazione non sono ancora stati raggiunti, incitando la UE a far sì che ciò diventi una raccomandazione formale.

Nonostante i grandi progressi degli ultimi anni in ambito di sicurezza automobilistica, quasi la metà dei giovani decessi sulle strade riguarda passeggeri delle auto. Malgrado i dati disponibili sull'uso corretto dei seggiolini per i bambini nelle auto in tutta la UE siano limitati, gli studi dimostrano comunque che l'uso errato rimane un problema significativo. Dal 1° settembre 2024, sul mercato della UE possono essere venduti solo seggiolini per bambini conformi alla nuova norma ONU "R129", con design più sicuro e dotati del sistema ISOFIX, per ridurre il rischio di un'installazione errata. Dal 2014, sulle auto nuove nell'Unione Europea i punti di ancoraggio ISOFIX sono obbligatori. Secondo l'ETSC, i seggiolini montati al contrario del senso di marcia (più sicuri) dovrebbero essere resi obbligatori per tutto il tempo possibile, preferibilmente fino ai quattro anni di età. E l'aliquota dell'IVA per i seggiolini dovrebbe essere ridotta.

Con l'Unione Europea che quest'anno rivedrà le normative relative alla patente di guida, l'ETSC richiede anche una formazione teorica e pratica obbligatoria, nonché un esame pratico, per ottenere la patente di guida AM (ciclomotore). L'ETSC segnala, inoltre, che 16 paesi europei consentono ai ragazzi di guidare il motorino a 14 o 15 anni, nonostante l'età minima raccomandata dalla UE sia di 16 anni. Sopra i 14 anni, il 20% dei ragazzini deceduti sulla strada era in motocicletta, per la stragrande maggioranza maschi. Secondo l'ETSC, l'età minima raccomandata dall'UE per la guida non dovrebbe essere abbassata per nessuna categoria di veicoli.

Gli autori dello studio hanno anche riscontrato grandi differenze nella sicurezza dei giovani tra i vari paesi. Il tasso di mortalità infantile su strada in Romania è dieci volte superiore a quello di Norvegia, Cipro e Svezia. Laddove la mortalità stradale infantile è relativamente bassa, lo stesso si verifica anche per la mortalità che concerne il resto della popolazione; e viceversa. Quando la situazione è diversa, in parte potrebbe essere dovuto al fatto che in quei paesi i bambini tendono a essere accompagnati a scuola e alle altre attività, piuttosto che avere il permesso di andare da soli, a piedi o in bicicletta.


Antonio Avenoso, Executive Director dello European Transport Safety Council, ha commentato:
"Perdere un figlio in un incidente stradale è una tragedia che nessuna famiglia dovrebbe affrontare. In alcune parti d'Europa, l'assenza di mortalità infantile sulle strade sta già diventando la realtà in gran parte degli anni; ma c'è ancora molto da fare. Tanto di ciò che si è guadagnato negli ultimi anni in termini di sicurezza è stato possibile grazie a macchine più sicure; anche se mantenere i bambini protetti rinchiudendoli in gabbie di metallo è una vittoria di Pirro. Se vogliamo che bambini sani e attivi crescano come adulti sani e attivi, dobbiamo pensarla diversamente. Rendere le città sicure per i bambini inizia dalle cose semplici, come velocità più basse e strade riservate alle scuole. Ma se vogliamo seriamente ridurre le centinaia di morti infantili che ogni anno tragicamente si verificano, dobbiamo anche riconcepire i nostri spazi urbani per tenere i bambini lontani dai veicoli in rapido movimento, dando loro lo spazio necessario per giocare e potersi muovere".

 

Marisa Parmigiani, Direttrice di Fondazione Unipolis:
"Ripensare le città per renderle più inclusive e socialmente attente è fondamentale per garantire maggiore sicurezza a tutti, anche in ambito mobilità. I più giovani sono ancora più esposti nelle situazioni non protette perché hanno meno strumenti per mettersi in sicurezza, abituati ad essere protetti dagli adulti. Per questo è necessario che noi adulti si intervenga sull'occupazione condivisa dello spazio pubblico, in cui le diverse esigenze possano convivere, e, per farlo, è fondamentale intervenire su consapevolezza, informazione e cultura del rispetto reciproco".

Il Rapporto “Ridurre i decessi infantili sulle strade europee" è pubblicato nell'ambito del programma ETSC Road Safety Performance Index



Note agli editor:​
1. Il programma Road Safety Performance Index (PIN) dell'ETSC riceve sostegno finanziario dal Consiglio tedesco per la sicurezza stradale (DVR), Toyota Motor Europe, Norwegian Public Roads Administration e CITA – International Motor Vehicle Inspection Committee.
2. ETSC, organizzazione indipendente senza scopo di lucro con sede a Bruxelles, ha come obiettivo la riduzione del numero di morti e feriti nei trasporti in Europa.


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​​Foto di Alex Motoc via Unsplash


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