Orizzonti: la quotidianità che diventa autonomia

12/11/2025

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Nel cuore di Roma, la casa-famiglia di ARPJTETTO ETS è un luogo dove la vita quotidiana diventa occasione di crescita e cambiamento. Qui, all'interno del progetto Orizzonti, sostenuto dal Bando ACT 2024 di Fondazione Unipolis – Area Disuguaglianze – il lavoro di equipe e la forza delle relazioni accompagnano donne e bambini in percorsi di autonomia abitativa, lavorativa e genitoriale. Dopo aver esplorato cosa significa capacitazione e come funzionano i gruppi di mutuo aiuto, andiamo ancora una volta alla scoperta del percorso finalizzato all'inclusione finalizzato all'inclusione sociale e all'empowerment delle mamme sole con un bambino, che vivono in situazioni di grave svantaggio economico e sociale. Lo facciamo con un'intervista a Susanna Pontecorvo, responsabile della casa-famiglia di ARPJTETTO ETS.

 

Com'è organizzato il lavoro dell'equipe all'interno della casa-famiglia?

L'equipe lavora ogni giorno a stretto contatto con i nuclei, affiancando le donne nella gestione della genitorialità e nella costruzione della loro indipendenza. La casa offre un senso di appartenenza e condivisione che crea fiducia e legami tra operatori e abitanti. Non ci sostituiamo mai alla donna: il nostro compito è affiancarla, lasciando spazio alla sua crescita e alla sua autoefficacia. Il contesto della casa è lo scambio perfetto tra accompagnamento educativo e libertà di sperimentarsi.

Com'è la quotidianità delle mamme e dei bambini accolti?

La vita nella casa-famiglia segue i ritmi di qualsiasi altra abitazione. Le mamme e i bambini vanno a scuola, lavorano, cucinano, fanno le pulizie. Ma qui esiste anche uno spazio di comunità: si condividono momenti, emozioni, pasti intorno a un grande tavolo, in un clima di sostegno reciproco. I bambini giocano insieme, le donne si aiutano tra loro, e ogni gesto quotidiano diventa un passo verso la normalità e l'autonomia. Orizzonti offre alle donne la possibilità di partecipare a laboratori di empowerment e formazione, mettendo le basi per una propria autonomia lavorativa ed economica. Allo stesso tempo, crea rete sul territorio, permette di allargare il giro di conoscenze e di condividere esperienze con altre beneficiarie. Avere intorno un gruppo di donne che lavorano insieme per la propria autonomia rafforza la fiducia e costruisce legami di mutuo aiuto.

Cosa significa per te accompagnare una donna nel percorso verso l'autonomia?

È un percorso graduale, fatto di obiettivi condivisi e monitorati nel tempo. All'inizio accompagniamo la donna passo dopo passo, poi gradualmente le lasciamo spazio per agire da sola. Lavoriamo con lei — vera protagonista del proprio cammino — costruendo traguardi realistici e misurabili. È un processo che passa attraverso la relazione, la fiducia e il confronto continuo con la comunità.​

Quali sono le situazioni da cui provengono le donne accolte?

Sono storie molto diverse tra loro: esperienze di migrazione, violenza domestica, disagio economico o sociale. L'obiettivo della casa-famiglia è offrire una seconda possibilità alla genitorialità, anche nei casi in cui ci sia un procedimento con il tribunale dei minorenni, per prevenire l'allontanamento dei figli e accompagnare la donna verso la riacquisizione della tutela del minore.​

C'è un episodio che rappresenta per te il senso di questa esperienza?

Ce ne sarebbero tanti. Penso a una bambina che, salutando una tirocinante, le ha detto: “Anche se non ci vedremo più, i nostri cuori saranno sempre vicini." Oppure a una mamma, ormai pronta a lasciare la struttura, che ha organizzato un barbecue con i volontari per festeggiare il suo percorso.
O ancora a una donna che, nel giorno del compleanno di un'operatrice, si è presentata con una torta e ha cucinato i piatti della sua infanzia per tutta la casa. Sono piccoli gesti che raccontano la forza delle relazioni e il valore del sentirsi parte di una comunità.

 

Con Orizzonti, l'autonomia non è solo un traguardo individuale, ma un processo collettivo che nasce dalle relazioni e dalla fiducia. Un cammino condiviso, dove ogni storia diventa occasione di empowerment.

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