Il nostro futuro ci appare incerto, cambia la nostra percezione del tempo e l'orizzonte ci sembra oscuro. Queste sono le sensazioni che accomunano gli italiani secondo la rilevazione condotta nei giorni scorsi dall'Osservatorio europeo sulla sicurezza, nato nel 2007 su iniziativa di Fondazione Unipolis e Demos&Pi sotto la direzione scientifica del prof. Ilvo Diamanti, che ogni anno monitora e analizza la percezione nell'opinione pubblica della sicurezza in Italia e nei principali Paesi europei.
Il coronavirus sembra aver inesorabilmente trasformato la nostra visione del mondo. Quasi 3 italiani su 4 pensano che la pandemia durerà "alcuni mesi" e il 16% parla di un orizzonte ancora più oscuro e senza limiti precisi: almeno "un anno".
Del resto la stragrande maggioranza degli italiani si dichiara molto preoccupata, senza distinzioni di genere, età e territorio. Nell'analisi dell'Osservatorio emerge che le donne, in particolare casalinghe, provano più di tutti un'insicurezza che va oltre la salute e tocca la sfera economica, la perdita del lavoro, i risparmi e la pensione. La preoccupazione per i figli, invece, coinvolge oltre metà degli italiani: il 53%. 8 punti in più rispetto a gennaio, prima che il virus irrompesse nella nostra vita.
Nell'analisi emerge che pressoché tutti gli italiani intervistati evitano di uscire di casa e incontrano solo i propri famigliari e quando escono indossano, in maggioranza, le mascherine. Quasi metà degli intervistati (prima dei nuovi blocchi previsti dal governo) afferma di avere sospeso l'attività lavorativa. Oppure di svolgerla a distanza. Un terzo ha fatto provvista di alimentari, in previsione di un isolamento di lunga durata.
Cambia anche il nostro rapporto con le istituzioni: il 70% degli italiani esprime sostegno al governo. E accetta, condividendole, le misure prese. Secondo 9 italiani su 10 è giustificata, anzi giusta, la limitazione della libertà in nome della sicurezza. L'esempio della Cina viene richiamato spesso, per sottolineare l'efficacia di un sistema centralizzato con un "uomo forte" al governo.